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Disciplinari



Bramaterra D.O.C.
Decreto del presidente della Repubblica del 9 aprile 1979

Denominazione di origine controllata del vino "Bramaterra"

La denominazione di origine controllata "Bramaterra" è riservata al vino rosso che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Vitigno: il vino "Bramaterra" deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti aventi la seguente composizione varietale: Nebbiolo (localmente detto Spanna) dal 50 al 70%, Croatina dal 20 al 30 %, Bonarda e Vespolina congiuntamente o singolarmente dal 10 al 20%.

Il vino "Bramaterra", all'atto dell'immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
Colore : rosso granato con riflessi aranciati, che si attenua col tempo.
Odore : profumo caratteristico, intenso, lievemente etereo che si affina con l'invecchiamento.
Sapore : pieno e asciutto, vellutato con gradevole sottofondo amarognolo, fine di buon nerbo e armonico.
Gradazione alcolica minima complessiva: 12 gradi.
Acidità totale minima: 5 per mille
Estratto secco netto minimo: 23 per mille

Zona di produzione : la zona di produzione delle uve del vino "Bramaterra" comprende i terreni comunali di Massarano, Brusnengo, Curino, Roasio, Villa del Bosco, Sostegno e Lozzolo.

Invecchiamento minimo per legge: il vino "Bramaterra" deve essere sottoposto a un periodo d'invecchiamento obbligatorio di due anni, di cui almeno 18 mesi in botti di legno. Il periodo d'invecchiamento decorre dal 1° Gennaio successivo all'annata di produzione delle uve.

Qualora sia sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a tre anni di cui due in botti può portare in etichetta la menzione "riserva".

FONTE: G.u. Repubblica italiana n. 285 del 18 ottobre 1979, artt. 1, 2, 3, 5, 6, 7.

ALTRO

Nel tratto collinare che sale lungo il percorso del sole da Lozzolo, Sostegno, Villa del Bosco, Roasio, Curino, Brusnengo, arrivando a Masserano si stabilirono i servi della gleba diventati coloni liberi; documenti risalenti all'anno mille e al secolo successivo citano più volte con il nome di "vino di Masserano" il vino prodotto in queste zone.

Nel 1447 per designare con un nome geografico le partite esportate nelle città vicine compare per la prima volta il nome di Bramaterra: il nome geografico fu scelto tra quelli ritenuti più prestigiosi, data la posizione delle vigne, dei terreni, della loro composizione e dell'ambiente naturale più vocato, ma la scelta potrebbe essere stata indirizzata anche dall'espressione di bramosia per la buona terra che nello stesso nome è contenuta.

La compartecipanza alla zona del Bramaterra dei comuni di Roasio, Villa del Bosco, Lozzolo, Sostegno, uniti dalle origini con i comuni di Curino, Brusnengo e Masserano è dovuta a quell'unità comprensoriale aggregata dalla storia, dalla politica, dalle condizioni socio-economiche e da quelle pedoclimatiche: i suoli siliceo-argillosi con qualche presenza di calcare hanno avuto origine da rocce effusive porfiriche, quarzifere e non quarzifere, ed accomunano la zona dei 7 comuni a dimostrazione dell'omogeneità del territorio.

Il vino Bramaterra è ottenuto da Nebbiolo (localmente detto Spanna) dal 50 al 70%, Croatina dal 20 al 30%, Bonarda e/o Vespolina dal 10 al 20%. La produzione massima di uva per ettaro è di 75 quintali con una resa massima in vino pari al 70%.

Vino dal colore rosso granato, con riflessi aranciati, che si attenua col tempo, il Bramaterra ha profumo caratteristico, intenso, lievemente etereo che si affina con l'invecchiamento e sapore pieno, asciutto, vellutato con gradevole sottofondo amarognolo, fine di buon nerbo e armonico.

Con una gradazione alcolica minima di 12%, va servito ad una temperatura di 18-21°C, in calici a bevante ampio con orlo misuratamente ristretto e leggermente svasato, in abbinamento a pollame, cacciagione e selvaggina, carni rosse stufate e al forno, arrosti.
L'invecchiamento minimo per legge è di 2 anni, dei quali almeno 18 mesi trascorsi in botti di legno; qualora il Bramaterra sia sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore a 3 anni, di cui 2 in botte, può riportare in etichetta la menzione "riserva".
Il Bramaterra è venduto anche in Canada e Giappone; eccezionali le annate '83, '90, '94, '97 le cui bottiglie sono da conservare coricate in cantina buia con temperatura inferiore ai 15°C e umidità pari all'80%.

La denominazione di origine controllata Bramaterra è stata riconosciuta nel 1979 grazie all'attività del comitato vitivinicolo sorto nel 1973 con l'esigenza di guardare alla terra come ad un bene primario; trasformatosi in consorzio nel 1986, questo gruppo di vitivinicoltori (a cui aderiscono anche i sindaci dei 7 paesi della fascia collinare), come testimonia il prof. Italo Eynard su "Il Corriere Vinicolo" n.33/34 del 1988, "…ha inteso la disciplina della doc come stimolo ad investire energie e risorse economiche nella salvaguardia e nel potenziamento delle attitudini del territorio a dare prodotti di alta qualità".
"E' decisamente eccezionale - continua - che una viticoltura frammentata e poco estesa come quella del Bramaterra, anziché lanciarsi in iniziative promozionali recepisca la necessità prioritaria di essere in grado di mettere sul mercato un vino ineccepibile da parte di una serie di piccoli viticoltori, superando diffidenze e concorrenze fra aventi diritto alla denominazione".

Oggi l'attività di Umberto Gilodi, presidente storico del consorzio, è portata avanti dall'associazione interprovinciale per la vitivinicoltura di pregio nelle aree collinari del Bramaterra, la quale è intenzionata a "portare questa piccola area eroica ad un posto di primo piano nel panorama enologico mondiale".