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Disciplinari



Gattinara D.O.C.G.
Decreto del presidente della Repubblica del 20 ottobre 1990

Denominazione di origine controllata e garantita del vino "Gattinara"

Già Doc con Dpr 9 luglio 1967
La denominazione di origine controllata e garantita "Gattinara" è riservata al vino "Gattinara", già riconosciuto a denominazione di origine controllata con Dpr 9 luglio 1967, che risponde alle condizioni e ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Vitigno :il vino "Gattinara" deve essere ottenuto dalle uve del vitigno Nebbiolo (detto localmente Spanna) prodotte esclusivamente nel territorio comunale di Gattinara. Possono concorrere alla produzione di detto vino anche le uve provenienti dai vitigni Vespolina per un massimo del 4 % e/o Bonarda di Gattinara, purché detti vitigni complessivamente non superino il 10 % del totale delle viti.

Il vino "Gattinara" all'atto della sua immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
Colore : rosso granato tendente all'aranciato;
Sapore : asciutto, armonico, con caratteristico fondo amarognolo;
Profumo : fine, che ricorda quello della viola, specie se molto invecchiato;
Gradazione alcolica minima complessiva: 12,5 %;
Acidità totale minima: 5,5 per mille;
Estratto secco netto minimo: 20 per mille.

Zona di produzione : le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione del vino "Gattinara" devono essere quelle tradizionali della zona e comunque atte a conferire alle uve e al vino derivato le specifiche caratteristiche di qualità. Sono pertanto da considerarsi idonei unicamente i vigneti posti sui dossi collinari, soleggiati, con esclusione di quelli di fondovalle e dei terreni pianeggianti o umidi.

Invecchiamento minimo per legge: il vino a denominazione di origine controllata e garantita "Gattinara" deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento non inferiore a tre anni, di cui almeno un anno di detto periodo in botti di legnio.
Per la tipologìa "riserva", del vino Docg "Gattinara"il periodo di invecchiamento non deve essere inferiore a quattro anni di cui almeno due di detto periodo in botti di legno.

FONTE: G.u Repubblica italiana n. 59 dell'11 marzo 1991, artt. 1, 2, 3, 5, 6.

ALTRO

La vite fa la sua comparsa nel territorio di Gattinara intorno al II secolo d. C. ad opera dei Romani e si diffonde in modo tale che ai tempi di Carlo Magno le colline erano prospere di vigne, come documentano gli archivi vescovili di Vercelli.

L'importante vocazione vitivinicola della zona viene testimoniata anche nello stesso stemma della città di Gattinara, in cui campeggia una vite carica di grappoli, "fogliata e fruttata", secondo il linguaggio araldico.
Ma è certamente "l'oracolo dei sovrani" Mercurino Arborio, cancelliere dell'imperatore Carlo V ed "inventore dei pranzi di lavoro", il migliore ambasciatore del vino di Gattinara: a lui va il merito di averlo valorizzato a tal punto da renderlo protagonista nel XVI secolo dei banchetti della più alta aristocrazia piemontese e lombarda. Nell'800, poi, le esposizioni italiane e francesi e l'istituzione della Reale Stazione Enologica Sperimentale, non fanno che consacrare definitivamente il vino Gattinara, denominazione di origine controllata nel 1967 e garantita nel 1990.

Le soleggiate colline gattinaresi di origine morenica che stanno fra i 280 e i 420 metri di altitudine sono il luogo di produzione a ridosso delle Alpi dell'omonimo vino: 28 vigneti con toponimi risalenti per lo più al catasto del 1775 attestano l'antica tradizione vitivinicola e la tendenza a vinificare separatamente i singoli crus. Il terreno di medio impasto, povero di calcare e di natura acida, è ricco in microelementi che esaltano favorevolmente le potenzialità del Nebbiolo.

Il Gattinara è infatti ottenuto prevalentemente da uve del vitigno Nebbiolo (localmente detto Spanna) a cui possono essere aggiunte Vespolina per un massimo del 4% e/o Bonarda purché la percentuale complessiva non superi il 10%; la produzione massima di uva per ettaro ammessa dal disciplinare è pari a 75 quintali, con una resa in vino non superiore al 65%.

Di colore rosso granato tendente all'aranciato, il Gattinara ha profumo fine che ricorda quello della viola, specie se molto invecchiato, e sapore asciutto, armonico, con caratteristico fondo amarognolo. Ricco di colore e di materie estrattive, di acidi e sali e dalla gradazione alcolica minima di 12,5%, il Gattinara deve essere obbligatoriamente invecchiato per 3 anni, di cui almeno 1 passato in botti di legno; la menzione aggiuntiva "riserva" è attribuibile solo a vini con una gradazione alcolica minima di 13% e con 4 anni di invecchiamento, di cui 2 trascorsi in botte; grazie alla sua ricchezza in tannini può proficuamente essere invecchiato anche per periodi superiori, con un optimum che si aggira intorno ai 6-10 anni.

Servito ad una temperatura ottimale di 18-20°C in bicchieri per grandi vini rossi invecchiati, il Gattinara si accompagna ad arrosti di carni rosse, a cacciagione e selvaggina, alla toma stagionata, formaggio della zona.

Il Gattinara può vantare un estimatore d'eccezione: Mario Soldati.
Il grande scrittore piemontese si fermò per caso a Gattinara negli anni '50 ed ebbe modo di assaggiarlo, se ne innamorò e lo citò spesso nelle sue opere, sino a dedicargli un racconto dal titolo "Un sorso di Gattinara" che così si conclude: "…Ha colore limpidissimo: rosso marroncino, che tira al giallo; ma quando ce ne resta una goccia in fondo al bicchiere, e lo guardi contro il bianco della tovaglia, ha il colore rosa scuro, rosa oro, rosa antico; la luminosità, a notte, dei portici di Gattinara…Un sorso di Gattinara. Purché vero, s'intende. Non chiedo di più".