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Disciplinari



Ghemme D.O.C.G.
Decreto ministero Risorse agricole del 29 maggio 1997

Denominazione di origine controllata e garantita del vino "Ghemme"

Già Doc con Dpr 18 settembre 1969 (modificato con D.m. 28 febbraio 1995)
La denominazione di origine controllata e garantita "Ghemme" è riservata al vino che risponde ai requisiti stabiliti nel presente disciplinare di produzione.

Vitigno :il vino a denominazione di origine controllata e garantita "Ghemme" deve essere ottenuto da uve provenienti da vigneti aventi, nell'ambito aziendale, la seguente composizione:
Nebbiolo (Spanna) minimo 75 %;
Vespolina e Uva rara da sole o congiuntamente per un massimo del 25 %

Il vino a denominazione di origine controllata e garantita "Ghemme", all'atto dell'immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
Colore: rosso rubino anche con riflessi granata;
Odore : profumo caratteristico, fine, gradevole ed etereo;
Sapore : asciutto, sapido, con fondo gradevolmente amarognolo, armonico.
Gradazione alcolica minima complessiva: 12 gradi.
Acidità totale minima: 5 per mille
Estratto secco netto minimo: 23 per mille.

Il vino a denominazione di origine controllata e garantita Ghemme "riserva" nell'atto dell'immissione al consumo, deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
Colore: rosso rubino tendente al granata;
Odore : profumo caratteristico, fine, gradevole ed etereo;
Sapore : sottile, asciutto, sapido, armonico, austero ma vellutato con fondo gradevolmente amarognolo;
Gradazione alcolica minima complessiva: 12,5 gradi.
Estratto secco netto minimo: 24 per mille.

Zona di produzione : La zona di produzione delle uve ricade in provincia di Novara, in parte del territorio amministrativo del comune di Ghemme e in parte nel territorio amministrativo del comune di Romagnano Sesia

Invecchiamento minimo per legge: per avere diritto alla denominazione di origine controllata e garantita il vino "Ghemme" deve essere sottoposto ad un periodo minimo di invecchiamento di tre anni, di cui per almeno venti mesi in botti di legno e affinato per almeno nove mesi in bottiglia.

Il vino a denominazione controllata e garantita "Ghemme" può essere designato in etichetta con la menzione "riserva" qualora sia stato sottoposto a un periodo minimo di invecchiamento di quattro anni, di cui almeno venticinque mesi in botti di legno e almeno nove mesi di affinamento in bottiglia.

FONTE: G. u. Repubblica italiana n. 137, del 14 giugno 1997, artt. 1, 2, 3, 5, 6, 7.

ALTRO

Prodotto in provincia di Novara, è tra i vini della zona quello più conosciuto e di più lunga tradizione: il nome Ghemme deriva infatti da Pagus Agaminus e poi Agamiom, risalente al periodo romano, ma con riferimento alla popolazione celtica degli Agamici, antichi abitanti del luogo.

La secolare tradizione vitivinicola della città di Ghemme è testimoniata da Plinio il Vecchio, il quale ne parla nella sua "Historia Naturalis", e da numerosi reperti archeologici ed archivistici; tra questi una lapide ricorda che una donna di nome Vibia Farina, vissuta nel primo secolo d.C., schiava di un possidente vercellese e senatore romano, venne da lui resa libera per le sue benemerenze di produttrice vinicola. L'interno del ricetto di Ghemme ospita inoltre grandi e fresche cantine di stile medievale: il ricetto è infatti un nucleo fortificato creato alla fine del primo millennio per offrire ai contadini la possibilità di difendere insieme alla propria famiglia anche i frutti della terra, in particolare le granaglie ed il vino, fungendo da vero magazzino-fortezza. Anche il gonfalone del comune di Ghemme testimonia l'importante produzione enologica riportando la raffigurazione di un grappolo d'uva.

La zona di produzione del Ghemme comprende l'omonimo comune ed il territorio di Romagnano Sesia, entrambi in provincia di Novara; si tratta di colline di origine morenico-alluvionale caratterizzate da uno strato fortemente argilloso e da un substrato di rocce sfaldate miste a ghiaie alluvionali. I vitigni ammessi dal disciplinare di produzione sono il Nebbiolo (Spanna) a cui possono essere aggiunte Bonarda e Vespolina (insieme o singolarmente) fino ad un massimo del 25%. La produzione massima di uva per ettaro è di 80 quintali e la resa massima di uva in vino è del 70%.

Con una gradazione alcolica minima pari a 12%, il Ghemme all'atto dell'immissione al consumo presenta colore rosso rubino anche con riflessi granata, profumo caratteristico, fine, etereo e gradevole, sapore asciutto, sapido, con fondo gradevolmente amarognolo, armonico.

L'invecchiamento previsto è di almeno 3 anni, di cui minimo 20 mesi passati in botti di legno, con affinamento di almeno 9 mesi in bottiglia. Esiste anche la tipologia "Riserva" con una gradazione alcolica minima di 12,5% ed un invecchiamento di 4 anni, di cui minimo 25 mesi trascorsi in botte.
Servito ad una temperatura ottimale compresa tra i 16 ed i 20°C in bicchieri per grandi vini rossi invecchiati, il Ghemme si accompagna a carni bianche salsate, carni rosse arrosto o in umido, salumi cotti e formaggi stagionati.

Il Ghemme ha registrato nel '96, '97 e '98 tre annate eccezionali; invecchiamento ottimale è quello che varia dai 5 ai 10 anni.

Citato da Antonio Fogazzaro nel "Piccolo Mondo Antico", in cui viene abbinato ad un risotto ai tartufi, il Ghemme è stato apprezzato da regnanti e pontefici: il Duca di Milano Francesco Sforza lo degustò il 15 Agosto del 1531 quando Angelo Maria Arcimboldo prese possesso della sede vescovile di Novara, ed il Papa Giovanni Paolo II lo bevve al Sacro Monte di Arona in occasione del 400° anniversario della morte di San Carlo Borromeo.