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Vendemmia Record

Vendemmia Record



Italia supera la Francia nel 2008
Si è conclusa da pochi giorni la vendemmia del 2008. Con le ultime uve nebbiolo della Valtellina a fine novembre è stato completato il raccolto. Secondo le stime preliminari l'Italia torna dopo dieci anni a superare la Francia per quantità, diventando potenzialmente il primo produttore di vino al mondo. Oltralpe la vendemmia si annuncia inferiore del 5 per cento rispetto al 2007 e pari a 44,4 milioni di ettolitri, mentre nel nostro Paese, secondo la Coldiretti e la Commissione europea, la produzione è stimata in aumento dell'8 per cento con quasi 47 milioni di ettolitri. Le stime di Assoenologi sono leggermente inferiori: prevedono un incremento del 5%, ma confermano lo storico sorpasso sulla Francia.
La raccolta è stata trainata dalla Sicilia, che ha prodotto oltre sette milioni di ettolitri, il 50% in più rispetto allo scorso anno quando fu penalizzata dalla virulenza di una delle più temute malattie della vite, la peronospora.
Nonostante il boom, però, siamo decisamente lontani dalla media di 59,2 milioni di ettolitri degli anni 1988-1997 e di 50,6 milioni di ettolitri del decennio 1998-2007 e questo perché si è deciso di puntare sulla qualità. Che quest'anno dovrebbe essere molto buona. Il bizzarro ciclo vegetativo che ha caratterizzato il 2008 ha diviso l'Italia in due, privilegiando sino a fine giugno il Sud a discapito del Nord ma i mesi di settembre e di ottobre hanno ristabilito la situazione anche al Nord. L'annata del 2008 sarà ricordata come eterogenea, ma complessivamente più che buona con diverse punte anche di eccellente.

Una vendemmia più che buona, dunque, ma migliore per il bianco o il rosso? Dipende dalle zone. Sicuramente nelle zone tipiche produttrici di vini bianchi, come il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia, i bianchi hanno una marcia in più rispetto a quelli rossi mentre in regioni come il Piemonte e la Toscana, per quei vini ottenuti da uve a bacca rossa vendemmiate a partire dalla terza decade di settembre, si prevede una qualità di tutta considerazione: stiamo parlando di Barolo, di Barbaresco, di Chianti, di Brunello di Montalcino, ossia di molti dei vini nobili italiani.
Ma un conto è vendemmiare e un altro è vendere. E le previsioni di mercato non promettono bene. La situazione economica e il calo dei consumi nazionali e internazionali hanno determinato uno stallo nelle contrattazioni all'ingrosso. La compravendita delle uve è stata scarsa in tutta Italia, il prezzo rispetto allo scorso anno è sceso e il calo in regioni quali Abruzzo, Puglia e Sicilia ha superato anche il 20%. Lo stesso vale per la commercializzazione dei vini che, nonostante la scarsa quantità di prodotto disponibile, spuntano prezzi anche del 20% in meno in diverse regioni del Nord, del Centro e del Sud.